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Yngve Sæther, Dag Johan Haugerud, Hege Hauff Hvattum
Vince l’Orso d’Oro per il miglior film del 75° Festival Internazionale del Cinema di Berlino il film “Dreams” (Sex Love) del regista e sceneggiatore norvegese Dag Johan Haugerud. La consegna degli orsi si è svolta ieri, 22 febbraio, alla presenza della direttrice Tricia Tuttle, della giuria internazionale rappresentata da Todd Haynes, e di un Berlinale Palace gremito dal pubblico.
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Dreams è il terzo e ultimo film della trilogia “Sex, Love, Dreams”. In Dreams una giovane studentessa prende una sbandata per la sua insegnante di francese. Confusa e trascinata dai sentimenti, decide di scrivere un diario che condividerà con sua nonna, poi con la madre. Bibliotecario e romanziere, il regista ha manifestato il riconoscimento per la vittoria dell’Orso d’oro, un premio “oltre i suoi sogni più sfrenati”. Parlando del suo impegno, ha invitato il pubblico a dedicare più tempo alla lettura e alla scrittura. Dreams ha vinto anche i premi indipendenti Fipresci e il premio della German Art House Cinemas, l’associazione tedesca del cinema d’autore.
Tra gli altri vincitori premiati con gli orsi: il Gran Premio della Giuria è andato al regista brasiliano Gabriel Mascaro con il film O último azul (The Blue Trail), mentre il secondo premio della Giuria è andato al film El mensaje (The Message) del regista argentino Ivàn Fund.
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L’Orso d’argento al migliore regista è andato al cinese Huo Meng per Living The Land, mentre il premio per la miglior sceneggiatura è andato al film Kontinental ‘25 del rumeno Radu Jude, già vincitore dell’Orso d’oro nel 2021. Provocatoria la dedica rivolta da Jude alla memoria di Luis Bunuel, con un commento sulle elezioni politiche (in svolgimento il 23 febbraio) nel quale ha espresso la speranza che il prossimo festival non venga dedicato alla regista Leni Riefenstahl, sostenitrice del regime nazionalsocialista tedesco durante la seconda guerra mondiale.
L’Orso d’argento per miglior attore protagonista è andato a Rose Byrne nel film If I Had Legs I’d Kick You della regista statunitense Mary Bronstein, mentre l’orso d’argento per il miglior attore non protagonista è andato ad Andrew Scott nel film Blue Moon di Richard Linklater.
Infine, Orso d’argento per l’eccezionale contributo artistico all’ensemble creativo a La Tour de Glace (The Ice Tower) della regista francese Lucile Hadzihalilovic.
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La giuria internazionale, come detto, è stata presieduta da Todd Haynes, assistito da Nabil Ayouch, Fan Bingbing, Bina Daigeler, Rodrigo Moreno, Amy Nicholson e Maria Schrader.
Nella la nuova sezione Perspectives, voluta dalla direttrice del festival Tricia Tattle e dedicata ai registi debuttanti, il premio quale miglior film è andato a El Diablo Fuma (The Devil Smokes) del regista messicano Ernesto Martínez Bucio.
Per l’Italia, nella sezione Forum, menzione speciale della giuria per il Berlinale Documentary Award per Canone effimero dei fratelli De Serio. Il documentario, sull’etnologia musicale e girato in formato 1:1, è un viaggio in undici tappe alla scoperta di un’Italia invisibile. Tra le regioni rappresentate, la Sicilia, la Calabria, le Marche e il Piemonte; undici usanze musicali locali, tramandate per generazioni e sopravvissute fino ad oggi.
Nessun risultato di rilievo per l’Italia nella sezione competitiva, che ha partecipato in co-produzione per La Tour de Glace, e per Reflection in a Dead Diamond di Hélène Cattet e Bruno Forzani, con la partecipazione di Fabio Testi nel ruolo principale.
FP
Il documento completo con i premi,
gli Orsi e le giurie indipendenti ->
Immagini tratte dal Photo-Boulevard
Francesco Pensovecchio, classe 1969, è giornalista e risiede a Palermo. È Editor-in-Chief di Cinema & Berlinale. Ha collaborato con varie testate tra cui Wineinsicily per Assovini Sicilia, Slow Food Italia, Giunti Editore, Giornale di Sicilia, Gambero Rosso e Cronache di Gusto.
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