Abbiamo appena conosciuto i vincitori della Berlinale 2020, ma anche a noi, per tradizione, piace dare dei riconoscimenti. Si tratta degli insindacabili Premi Sòla, quelli dedicati ai film peggiori, non necessariamente brutti, ma che sono irritanti, pretestuosi, vacui, intellettualmente disonesti o un po’ tutto insieme.
Vorremmo poter dire sia stata una decisione sofferta, ma quest’anno è stato facile trovarsi d’accordo. E peraltro, quest’anno capita che uno dei premiati “ufficiali” si becchi anche una nostra menzione speciale.
Quindi bando agli indugi e via alla proclamazione. La giuria composta da Daisy Domergue, Francesco Pensovecchio e Angelo Surrusca è lieta di assegnare i seguenti riconoscimenti:
Premio Sòla 2020 al Peggior film in Concorso a Siberia di Abel Ferrara con la seguente motivazione:
«Una volta se avevi problemi andavi dallo psicologo, oggi fai un tot di film con il tuo amico primo. I risultati dell’ennesima accoppiata Abel Ferrara-Willem Dafoe, in un marasma di flussi di coscienza, personaggi lynchiani e pesci parlanti, sono a dir poco imbarazzanti».
Menzione speciale Sòla 2020 al film in Concorso a DAU. Natasha di Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel con la seguente motivazione:
«Per ricordare il terrore dei regimi totalitari, i registi violentano lo spettatore per un minutaggio esagerato infliggendogli un’insopportabile campionario di cattiverie un tanto al chilo».
Premio Sòla 2020 al Peggior Film Fuori Concorso a The Twentieth Century di Matthew Rankin (sezione Forum) con la seguente motivazione:
«Tra l’autoritaria madre del protagonista che altri non è che la Sandra Milo di Gianfranco D’Angelo, narvali assassini, un’ossessione feticista, donne baffute e, last but not least, un enorme cactus che eiacula al posto del protagonista, una visione davvero faticosa».
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