Aggiornamento: Sebastian Stan vince l’Orso d’Argento per la miglior interpretazione da protagonista
Opera provocatoria e complessa che esplora i temi dell’identità, dell’apparenza e della vanità attraverso una trama che si sviluppa attorno alla trasformazione personale e sociale, A Different Man è la terza opera del regista statunitense Aaron Schimberg.
Il protagonista, interpretato da Sebastian Stan, è Edward, un attore con neurofibromatosi che, a causa del suo problema, è soggetto al giudizio della società. La sua decisione di sottoporsi a un intervento sperimentale per cambiare aspetto innesca una profonda metamorfosi fisica e psicologica.
Due le linee principali della narrazione: prima, il percorso di Edward verso la trasformazione, e successivamente, verso la sua nuova vita come “Guy”, un uomo dall’aspetto esteticamente e convenzionalmente attraente. Questa esigenza, tuttavia, si scontra con una evidenza che emerge in modo fermo, persino stringente, e cioè l’idea che un cambiamento esteriore non è condizione sufficiente per raggiungere la felicità o ad un’accettazione autentica, mostrando le conseguenze emotive e morali del tentativo di ricostruirsi da zero. Ed ecco il momento dell’ironia, che emerge quando Edward si trova in competizione con Oswald, interpretato da Adam Pearson, un attore con neurofibromatosi che incarna con naturalezza il personaggio che Edward desidera rappresentare.
La performance di Stan è davvero pregevole, soprattutto grazie alla sua capacità di passare da un ruolo carico di vulnerabilità fisica ed emotiva a un personaggio pieno di contraddizioni. Anche Renate Reinsve, nel ruolo di Ingrid, la vicina di casa di Edward, offre una prova magnetica, mentre Pearson ruba letteralmente la scena grazie al suo carisma.
La valutazione stilistica del film – va detto – non è agevole, perché mescola elementi di body horror e satira sociale. Eppure, la regia creativa e la bella colonna sonora di Umberto Smerilli trascinano lo spettatore oltre l’impasse, verso quel difficile terreno dell’autocritica.
In conclusione, nonostante alcune incertezze nel ritmo, soprattutto nella parte finale, A Different Ma è un lavoro equilibrato che ben si destreggia tra complessità tematica e narrazione accessibile, ponendosi come un’opera che sfida il pubblico a riflettere sul significato della normalità e dell’accettazione. E’ un film audace, particolarmente adatto a chi apprezza progetti originali e provocatori nel panorama del cinema indipendente.
A different man
di Aaron Schimberg
con Sebastian Stan, Renate Reinsve, Adam Pearson
USA, 2023
Produzione: A24 Films
https://www.berlinale.de/en/2024/programme/202404780.html
Francesco Pensovecchio, classe 1969, è giornalista e risiede a Palermo. Tra le sue collaborazioni, Assovini Sicilia con Wineinsicily.com, Slow Food Italia, Giunti Editore, Giornale di Sicilia e altre testate.
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