
Drømmer / Dreams - foto di © Agnete Brun
“Drømmer” (titolo internazionale “Dreams”), diretto dal regista norvegese Dag Johan Haugerud, vince l’Orso d’Oro della 75ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Il premio è stato consegnato al regista e ai produttori dal presidente della giuria internazionale, Todd Haynes.
Il film è il capitolo conclusivo di una trilogia iniziata con “Sex” e “Love”, centrata sulla complessità delle relazioni umane, della sessualità e delle convenzioni sociali. Johanne (Ella Øverbye), la protagonista, è una diciassettenne che sviluppa una profonda infatuazione per la sua insegnante Johanna (Selome Emnetu). Questa sbandata è documentata dalla stessa Johanne in un memoir, letto dalla nonna Karin (Anne Marit Jacobsen) e successivamente dalla madre Kristin (Ane Dahl Torp). Questo diario sentimentale provoca un intenso scossone familiare, sulle implicazioni morali e sociali – che è pur sempre una minore – della vicenda.
Lo scorrere della storia è delicato, leggero, realistico, e la ragazza – dotata di un notevole talento per la scrittura nel racconto dei suoi sentimenti – trova sollievo in un transito sentimentale difficile.
Al regista riconosciamo una particolare abilità nell’affrontare temi delicati e nel creare un equilibrio accogliente tra momenti drammatici e felici. Lo spettatore è trascinato nel tumulto emotivo dell’amore dove null’altro ha maggiore importanza e nel quale ogni convenzione è superata da una realtà che commuove. Il largo uso della voce fuori campo, poi, offre uno sguardo esclusivo e intimo sui sentimenti della protagonista, lacerata nelle dinamiche familiari e personali.

A tratti, il film ci ricorda “Fucking Åmål” (Show Me Love) di Lukas Moodysson, un film del 1998 che esplora l’amore adolescenziale tra due ragazze in una piccola città svedese. L’esplorazione di nuove emozioni, dell’identità sessuale e delle regole sociali, vengono affrontati da entrambe le pellicole, utilizzando una narrazione sensibile e attenta. Drømmer, però, amplia la prospettiva con intromissioni familiari e culturali grazie all’elemento creativo della scrittura. L’istruzione e la relativa capacità di dare un resoconto colto del sentire è un acceleratore dei processi e medicina dell’anima. Il ruolo della famiglia, poi, è marcato, dialogando da un lato con il coming-of-age, dall’altro con aspettative sociali, sovente disattese.
Il film arriverà nelle sale italiane il 6 marzo, sia in versione originale sottotitolata che doppiata.
Drømmer
di Dag Johan Haugerud (Director, Screenplay)
con Ella Øverbye, Selome Emnetu, Ane Dahl Torp, Anne Marit Jacobsen
Durata, paese, anno: 110′ / Norvegia / 2024
Lingua: norvegese, con sottotitoli in inglese e tedesco
https://www.berlinale.de/en/2025/programme/202516839.html
FP
Francesco Pensovecchio, classe 1969, è giornalista e risiede a Palermo. È Editor-in-Chief di Cinema & Berlinale. Ha collaborato con varie testate tra cui Wineinsicily per Assovini Sicilia, Slow Food Italia, Giunti Editore, Giornale di Sicilia, Gambero Rosso e Cronache di Gusto.
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