24 Febbraio 2025

Cinema & Berlinale

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Come la Notte, il peso della diaspora dei filippini nel film di Liryc Dela Cruz

Come la notte

Come la notte. Foto © Walang Hanggan

 

Partiamo da un fatto. I filippini costituiscono in Italia una delle comunità più numerose e radicate nel settore del lavoro domestico e dell’assistenza familiare. Apprezzati per la loro affidabilità e dedizione, tuttavia, devono fare i conti con alcune criticità: lavoro irregolare, sfruttamento, condizioni di lavoro pesanti, retribuzioni basse. Dipendenza dal datore di lavoro. Nonché, una totale spersonalizzazione, ovvero, perdita di identità. Per contro, la loro resilienza e la capacità di farsi carico di situazioni (per altri difficilmente sostenibili) li rende spesso dei membri accolti nel nucleo familiare. Pur non essendolo. Non infrequentemente diventano confidenti, amici, devoti custodi di chi li ha accolti a casa. A volte di più.

“Come la Notte” (Where the Night Stands Still) è il film d’esordio di Liryc Dela Cruz, regista filippino di casa a Roma. La pellicola è in anteprima mondiale nella nuova sezione per esordienti Perspectives del Festival.

Il film segue la storia di due sorelle e un fratello, tutti lavoratori domestici filippini in Italia, che si riuniscono nella villa ereditata da Lilia, la più grande delle sorelle. Durante questo incontro, affiorano ricordi e vecchie questioni che mettono alla prova la loro, già fragile, relazione.

Questa interessante prospettiva sulla vita degli immigrati filippini in Italia, esplora i temi dell’identità, dell’appartenenza. Ma anche della complessità delle dinamiche familiari all’interno di quella che ormai possiamo definire diaspora del popolo dell’arcipelago delle Filippine.

E in fondo, a pensarci, nemmeno il nome “Filippine” richiama le origini essendo questo un nome imposto dall’esploratore spagnolo Ruy López de Villalobos in onore di Filippo II di Spagna (1542).

Impeccabile la scelta del bianco-nero che da un lato toglie “vita” e dall’altro trasmette un senso di nostalgia o atemporalità. Senza il colore, lo spettatore tende a concentrarsi sulle espressioni facciali, sul linguaggio del corpo e sulla recitazione. La struttura narrativa evocativa punta alla riflessione e accende una nuova prospettiva su una società frammentata – la nostra – dalla quale emergono molti chiaroscuri di vite e storie ancora non raccontate.

Come la notte / Where the Night Stands Still
Alla Berlinale: https://www.berlinale.de/en/2025/programme/202518267.html

FP


Foto © Walang Hanggan