Berlin, Berlin
I 20 anni della Fondazione Helmut Newton
Museo della Fotografia
Jebensstraße 2, 10623 Berlin
Mostra: dal 7 giugno 2024 al 16 febbraio 2025
La collettiva per il 20° anniversario della Fondazione Helmut Newton presenta opere di Helmut Newton, Yva, Evgeni Chaldej, Hein Gorny, Arwed Messmer / Fritz Tiedemann, Will McBride, Arno Fischer, Arwed Messmer / Annett Gröschner, Fondazione Wim Wenders, F.C. Gundlach, Günter Zint, Maria Sewcz, Michael Schmidt, Thomas Florschuetz, Ulrich Wüst, Barbara Klemm, Harp Zimmermann. La mostra è anche un omaggio a Berlino, città natale di Newton. Nell’autunno del 2003, poco prima della sua morte in un incidente stradale, il fotografo aveva deciso di trasferire una parte del suo archivio a Berlino, dopo aver costituito una fondazione che porterà il suo nome. L’edificio prescelto fu l’ex casinò Landwehr presso la stazione Zoologischer Garten (aperta nel giugno 2004).
Note biografiche: Helmut Neustädter, da ebreo minacciato di deportazione, lasciò precipitosamente Berlino proprio dalla stazione di Landwehr all’inizio di dicembre 1938 e vi tornò come Helmut Newton 65 anni dopo come fotografo di fama mondiale. Da allora la fondazione, insieme alla biblioteca d’arte, utilizza l’edificio storico con il nome di “Museo della fotografia”. Dopo la morte della moglie June Newton (Alice Springs) nell’aprile 2021, tutte le opere di Helmut Newton e Alice Springs e tutti i documenti d’archivio sono stati trasferiti e ospitati nell’archivio della fondazione. Il percorso espositivo ripercorre la vita, umana e professionale, dell’autore di scatti che hanno fatto la storia della fotografia, apparsi nelle più importanti copertine di fashion magazine.
Newton & Berlino
Il legame di Helmut Newton con la città è stretto. Helmut Newton (Berlino, 1920 – West Hollywood, 2004) inizia la propria formazione all’età di 16 anni affiancando la famosa fotografa di moda Yva, ben presto lascia la città per sfuggire alle persecuzioni degli ebrei. Dopo alcuni viaggi durante i quali lavora come fotoreporter, nel 1945 apre a Melbourne un piccolo studio e successivamente inizia a collaborare con Vogue Australia, British Vogue e con Henry Talbot, un collega fotografo tedesco. Nel 1961 si trasferisce a Parigi con la moglie June e afferma il suo stile grazie ai lavori per Vogue France, Elle France e Queen. Si mostra subito in grado di catturare lo spirito dei tempi, senza limitarsi alla rappresentazione dell’abbigliamento come accessorio e proponendo una fotografia dal taglio metafisico. Nel 1981 sviluppa un nuovo concetto visivo che desta scalpore per Vogue Italia e Vogue France: chiede alle modelle di spogliarsi dopo un servizio fotografico e le ritrae nella stessa identica posa, ma nude. Negli anni ’90 Newton usa un approccio più all’avanguardia, lavorando sia per editoriali di moda che con stilisti come Chanel, Thierry Mugler, YSL che con altri clienti come Swarovski e Lavazza. In occasione del suo ottantesimo compleanno, gli viene dedicata una retrospettiva alla Neue Nationalgalerie di Berlino. Nel 2004 muore a Los Angeles solo pochi mesi prima dell’apertura della sua Fondazione a Berlino, della quale diventa presidente la moglie June.
Nella mostra si possono ammirare i modelli di Newton alla Porta di Brandeburgo, prima della costruzione del muro; nel 1963 realizzò, quale serie per la moda, la “Mata-Hari-Spionage-Story” presso il muro con Brigitte Schilling, fecendo molto scalpore. Nel 1979 è stato incaricato dalla tedesca “Vogue”, che era appena tornata sul mercato delle riviste, di seguire le tracce della sua infanzia e giovinezza a Berlino Ovest e di visualizzare la moda attuale. All’epoca nacque così un portfolio di più pagine intitolato “Berlin, Berlin!”, che fu ripreso per questa mostra dell’anniversario. In seguito sono state create storie di copertina per la rivista “Condé Nast Traveler” (1987), la rivista “Zeit” (1990), “Männer Vogue” (1991) o la rivista “Süddeutsche Zeitung” (2001).
Le immagini iconiche e meno conosciute di Newton a Berlino, create tra gli anni ’30 e gli anni 2000, vengono contestualizzate nuovamente negli altri spazi espositivi, dalle “stampe vintage” di Yva alla fotografia giornalistico-politica di Barbara Klemm. L’archivio temporale inizia dai dorati “anni Venti”, quelli in cui Newton è nato, e copre gli anni della distruzione della guerra, la ricostruzione, gli anni e la caduta del muro, fino agli inizi del 21° secolo.
Altre info su: https://www.smb.museum/museen-einrichtungen/museum-fuer-fotografie/ausstellungen/detail/berlin-berlin/
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