Berlino, 1 febbraio 2023. E’ stata resa nota la composizione della giuria internazionale della prossima edizione del festival internazionale del cinema. Saranno 18 i film in gara per i premi nella sezione competition. I vincitori verranno annunciati al Berlinale Palast sabato 25 febbraio, anche in streaming.
Quale presidente, dirigerà la giuria l’attrice statunitense Kristen Stewart. Gli altri membri:
- Golshifteh Farahani (Iran/Francia), attore
- Valeska Grisebach (Germania), regista e sceneggiatrice
- Radu Jude (Romania), regista e sceneggiatore
- Francine Maisler (USA), produttore
- Carla Simón (Spagna), regista e sceneggiatrice
- Johnnie To (Hong Kong, Cina), regista e produttore
Kirsten Stewart (USA)
Nata a Los Angeles, classe 1990, attrice, sceneggiatrice e regista, la Stewart è considerata uno dei maggiori talenti di Hollywood. Ha debuttato sullo schermo nel 1999 all’età di nove anni. Ha recitato al fianco di Jodie Foster in Panic Room di David Fincher. La svolta internazionale è arrivata con la saga di Twilight (2008-2012). Nel 2010 ha partecipato alla Berlinale con Welcome to the Rileys di Jake Scott. Per il suo ruolo in Clouds of Sils Maria di Olivier Assayas ha vinto diversi premi dalla critica ed è diventata la prima americana a ricevere il premio cinematografico francese César. Ha continuato il suo lavoro con Assayas nel 2016 su Personal Shopper e ha recitato in Certain Women di Kelly Reichardt nello stesso anno. Nel 2019, ha recitato in Charlie’s Angels di Elizabeth Banks. Notevole la performance nel biopic Seberg di Benedict Andrews. Il suo ritratto della principessa Diana in Spencer di Pablo Larraín ha ottenuto le nomination da Academy Award e Critics Choice Award come migliore attrice nel 2022. Nel 2022 è apparsa a Cannes nei Crimes of the Future di David Cronenberg. Ha recentemente completato la produzione di Love Me a fianco di Steven Yeun e Love Lies Bleeding di Rose Glass. Due i cortometraggi da lei diretti, Come Swim (2017) e Crickets (2020); sta attualmente lavorando al suo debutto alla regia, l’adattamento del bestseller “The Chronology of Water” di Lidia Yuknavitch.
Golshifteh Farahani (Iran/Francia)
Nata in Iran nel 1983, Golshifteh Farahani ha iniziato la sua carriera di attrice come adolescente. A 16 anni è stata migliore attrice al Fajr International Film Festival per il suo ruolo in The Pear Tree (1998) di Dariush Mehrjui. Successivamente, è stata in Half Moon di Bahman Ghobadi (2006) e nella presentazione dell’Iran per gli Academy Awards 2008, M for Mother (2006). La sua prima apparizione alla Berlinale è avvenuta nel 2009, interpretando About Elly di Asghar Farhadi, vincendo l’orso di argento come miglior regista. Attore e musicista, dal 2009 vive a Parigi lavorando principalmente a film in lingua francese e inglese. La sua filmografia include Body of Lies (2008) di Ridley Scott, Exodus: Gods and Kings (2014), Chicken with Plums (2011) di Marjane Satrapi, Paterson (2016) di Jim Jarmusch, Arab Blues (2019) di Manele Labidi e, più recentemente, Brother and Sister di Arnaud Desplechin (2022). Nel 2014, è stata nominata per un premio César per il suo ruolo in The Patience Stone (2012) di Atiq Rahimi.
Valeska Grisebach (Germania)
Dopo aver studiato tedesco e la filosofia, Valeska Grisebach ha iniziato i suoi studi cinematografici a Vienna. Per il suo film di laurea Be My Star (2001), ha ricevuto il First Steps Award, è stata nominata per il Grimme Prize, ma ha anche vinto il primo premio al Torino Film Festival e il FIPRESCI Prize di Toronto. Il suo secondo lungometraggio Longing ha ricevuto l’invito al Concorso della Berlinale del 2006. Il film ha successivamente vinto premi in numerosi festival internazionali, tra cui Buenos Aires, Gijón e Varsavia. Nel 2017, il suo film Western ha celebrato la sua anteprima mondiale nella sezione Un Certain Regard di Cannes. Tra gli altri, ha ricevuto il bronzo al German Film Award, il German Film Critics’ Prize e premi a Tromsø, Ludwigshafen, Siviglia, Mar del Plata e Istanbul. Si noti anche la parentesi nell’insegnamento, alla DFFB (German Film and Television Academy Berlin), ed è stata membro di giuria ai festival di Locarno e alla Cinéfondation di Cannes.
Radu Jude (Romania)
Nato a Bucarest nel 1977, Radu Jude è già stato ospite alla Berlinale e prima di ricevere l’Orso d’Oro nel 2021 per la commedia Bad Luck Banging o Loony Porn. La sua prima fiction The Happiest Girl in the World ha partecipato alla sezione Forum nel 2009. Qui è stato proiettato anche Everybody in Our Family (2012) e Uppercase Print (2020), così come il documentario The Exit of the Trains (2020) co-diretto con Adrian Cioflâncă. Il suo primo film nella sezione Competition, Aferim! (2015) ha vinto l’Orso d’Argento come miglior regista. Un anno dopo Radu Jude ha ricevuto il premio della giuria a Locarno per Scarred Hearts; nel 2018 I Do Not Care If We Go Down in History as Barbarians ha vinto il Crystal Globe per il miglior film a Karlovy Vary. Più recentemente, il suo cortometraggio The Potemkinists è stato proiettato nel 2022 al Quinzaine des Réalisateurs di Cannes.
Francine Maisler (USA)
Francine Maisler è uno dei registi di casting più riconosciuti e prolifici dell’industria cinematografica. Ha ricevuto dieci volte l’Artios Award della Casting Society of America. Tra gli altri riconoscimenti, un Emmy, un Hollywood Film Award, due Independent Spirit Awards e due nomination BAFTA. Ad oggi, ha lavorato con registi come Alejandro G. Iñárritu, Noah Baumbach, Greta Gerwig, Steve McQueen, Denis Villeneuve, Nora Fingscheidt e Yorgos Lanthimos. I suoi film sono stati proiettati spesso alla Berlinale, tra cui Milk (2008) e Don’t Worry He Won’t Get Far on Foot (2018) di Gus Van Sant, Knight of Cups (2015) di Terrence Malick, Midnight Special (2016) di Jeff Nichols e Vice (2018) di Adam McKay. Più recentemente ha lavorato ai film Dune (2021) di Denis Villeneuve, She Said (2022) di Maria Schrader e Bones and All (2022) di Luca Guadagnino. Tra i suoi prossimi film, Mickey 17 di Bong Joon-Ho, Dune: Part 2 di Denis Villeneuve e Joker: Folie à Deux di Todd Phillips.
Carla Simón (Spagna)
La carriera della regista Carla Simón è legata alla Berlinale. Il suo debutto cinematografico autobiografico è avvenuto nel 2017 con Estiu 1993, una prima mondiale nella sezione Generation che ha vinto sia il Best First Feature Award che il Grand Prix of the Generation Kplus International Jury. Il film ha vinto anche tre Goya e oltre 30 premi in vari festival internazionali. Oltre questi, è stato nominato per un European Film Award nella categoria Miglior primo lungometraggio e selezionato in Spagna per gli Academy Awards. L’anno scorso, la regista, cresciuta in un villaggio catalano, ha vinto il Berlinale Golden Bear per il suo secondo film Alcarràs. Inoltre, il film è stato nominato per undici Goya e tre European Film Awards. Già nel 2019, Carla Simón ha vinto l’Eurimage Co-Production Development Award per il progetto al Berlinale Co-Production Market. Il suo più recente cortometraggio Letter to My Mother for my Son è stato proiettato al Festival di Venezia nel 2022.
Johnnie To (Hong Kong, Cina)
Il regista e produttore multi-award-winning Johnnie To ha iniziato la sua carriera in televisione a Hong Kong prima della sua svolta come regista cinematografico – siamo alla fine degli anni ’80 – con All About Ah-Long (1989). L’opera di regia nel cross-gender include oltre 50 film. Dagli anni ’80 agli anni 2000, ha dato al genere poliziesco una nuova forma, ancora oggi punto di riferimento per la generazione più giovane di registi asiatici. Nel 1996 ha fondato la società di produzione Milkyway, per la quale ha diretto per la prima volta il film A Hero Never Dies nel 1998. Con Election (2005) eVengeance (2009) ha preso parte al Concorso di Cannes, e nel 2008 ha gareggiato per l’Orso d’Oro alla Berlinale con Sparrow, dove i suoi film sono stati spesso presentati anche al Forum. To è stato frequentemente ospite a Venezia e Toronto con ad es. Exiled (2006), Life Without Principle (2011) e Office (2015). Più recentemente, ha prodotto Ming On (Mad Fate) di Soi Cheang. La pellicola sarà mostrata nella sezione Berlinale Special di quest’anno.
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