Teresa e Montoya, seguendo le orme del padre di lei e del fratello di lui, sono poliziotti nella complessa realtà di Città del Messico. Fanno coppia anche nella vita, tanto che qualcuno li ha soprannominati “la pattuglia dell’amore”. All’inizio li seguiamo in quello che sembra un mockumentary, finché non si abbatte la quarta parete, entra in campo la troupe, scopriamo che i due sono attori. Replicano con certosina precisione i due veri Teresa e Montoya, i quali fanno la loro apparizione poco dopo, in un alternarsi di finzione e realtà, per raccontare sostanzialmente due storie d’amore: quella felice tra i due, quella di entrambi nei confronti della polizia, purtroppo non sempre corrisposta.
Premiato alla Berlinale nel 2018 per la sceneggiatura di Museo, nell’edizione 2021 Alonso Ruizpalacios (o per meglio dire il suo montatore Yibrán Asuad) porta a casa un premio non proprio secondario, l’Orso d’Argento per il miglior contributo artistico. Fu vera gloria? In effetti il gioco funziona quasi sempre, già dalla sequenza iniziale stile N.Y.P.D. e dalle musiche che richiamano dichiaratamente il poliziesco americano d’antan. L’incastro tra documentario e fiction inizialmente spiazza, poi sorprende, quindi (e questo è il suo bello) confonde le acque e, con loro, qualsiasi spettatore cerchi verità assolute. Tuttavia non mancano a nostro parere alcuni difetti: un discreto compiacimento e un minutaggio un po’ eccessivo che qua e là erodono la bellezza dell’operazione.
Infine due parole sulla distribuzione: il film è targato Netflix. Un ennesimo tassello di cinema d’autore che, con o senza pandemia, on line sarà molto probabilmente più visto che se fosse proiettato nelle sale ormai intasate dal mainstream. Una questione su cui riflettere senza demonizzare nessuno, a cominciare da Netflix.
Una película de policías
Regia Alonso Ruizpalacios
Sceneggiatura Alonso Ruizpalacios, David Gaitán
Durata 107’
Nazionalità Messico
Con Mónica Del Carmen, Raúl Briones
Produzione No Ficción
Distribuzione Netflix
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